Affrontare le ingiustizie sociali

 

 

Il ruolo dei discepoli nell’affrontare il cambiamento sociale, nel promuovere l’espressione della buona volontà come mezzo per l’inclusione sociale e contro la separatività, è ancora oggetto di discussione. Da una parte, Il Tibetano ha detto a proposito del Nuovo Gruppo di Servitori del Mondo:

«I membri del nuovo gruppo di servitori del mondo non appartengono ad alcun partito o religione, eppure sono di tutti i partiti e tutte le religioni; non assumono atteggiamenti e posizioni né pro né contro alcun ordine esistente sia politico che religioso o sociale. Non sono impegnati in attività politiche né avversano l’ordine stabilito. Non favoreggiano né contrastano alcun regime e alcuna Chiesa, non spendono denaro, non organizzano propagande e non diffondono scritti in modo che potrebbero essere interpretati come attacco o difesa di qualche istituzione politica, religiosa, sociale o economica. Non dicono né scrivono parole che alimentino i fuochi dell’odio, o che tendano a dividere gli uomini o i popoli. Eppure tutti i partiti e tutte le religioni annoverano membri di questo gruppo. Essi rappresentano un atteggiamento mentale» (PE2:643 Ed. inglese).

Da un’altra parte, Il Tibetano è stato molto critico nei confronti di coloro che non sono coinvolti attivamente nel confronto delle divisioni separatiste e distruttive: «Vi dico che le vostre preghiere e i vostri desideri saranno vani se disgiunti da un’azione giusta e potente» (EXT: 233 Ed. inglese). Egli ci ha avvertito che l’opera del Cristo «è stata grandemente ostacolata dal mite sentimentalismo dei Cristiani irriflessivi e dai pacifisti ben intenzionati, ma spesso poco intelligenti» (EXT:476 Ed. inglese). Egli ci ricorda inoltre che «La Gerarchia non è neutrale. Essa è per l’elemento giusto d’ogni nazione ed è contro tutti gli atteggiamenti separativi, isolazionisti e materialistici. Questi impediscono la comprensione dei veri valori spirituali e ostacolano lo sviluppo umano» (DN:65 Ed. inglese).

In termini di approccio, «non è per la pace che operano gli uomini di buona volontà, ma per la crescita dello spirito di comprensione e di cooperazione; soltanto questo sarà abbastanza forte da abbattere le barriere razziali, sanare le ferite della guerra, e costruire una nuova struttura mondiale adeguata alla richiesta intelligente delle masse» (EXT:366 Ed. inglese). Inoltre ci ricorda, in relazione alla nostra responsabilità di cambiare gli atteggiamenti attuali, che «una pubblica opinione focalizzata, determinata, illuminata, è la più potente forza del mondo. Non ha l’eguale, ma è stata poco usata» (EXT:379 Ed. inglese).

Alice Bailey ha scritto: «Certi esoteristi ritengono che essere tali significa mantenersi fuori degli eventi del mondo e che gli studenti di esoterismo non dovrebbero partecipare alle vicende dell’umanità nel suo complesso, ma essere attivi solo nel regno mentale e spirituale. Se il piano fisico e i suoi avvenimenti sono esclusi dalla sfera d’influenza della vita spirituale, allora nella nostra interpretazione della verità c’è qualcosa di sostanzialmente sbagliato; se il fine dello sforzo spirituale è stabilire il Regno di Dio sulla terra, allora tutti gli eventi del piano fisico riguardano gli uomini spirituali ovunque»”(AI:292-293 Ed. inglese).

Sappiamo che la duplice vita del discepolo coinvolge sia la pratica della meditazione che l’impegno nel servizio concreto. Ci è stato detto: «La conoscenza esoterica non è destinata a spingere la vostra vita spirituale in una sempre maggiore e crescente soggettività; lo scopo non è una vita più interiore, né una formazione che vi renderà veramente introspettivo e di conseguenza un puro mistico. È esattamente l’opposto; tutto ciò che il discepolo è essenzialmente nei piani interiori deve diventare oggettivo; così la sua vitalità spirituale diventa una realtà quotidiana» (DNA2:185 Ed. inglese). E siamo avvertiti che: «Una delle prime lezioni…è padroneggiare quel difficile, duplice atteggiamento che permette la corretta attività personale e un reale interesse alle vicende personali, e tuttavia allo stesso tempo non permette che alcunché di personale interferisca nella vita spirituale soggettiva…» (DNE2:99 Ed. inglese).

Che cosa possiamo fare per affrontare le ingiustizie sociali, sapendo che «la volontà-di-bene … non è la volontà-di-pace…» e che «esiste qualcosa di più importante della pace ed è il bene generale» (AE:572 Ed. inglese)?

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